2a parte: Domande e Risposte con i nostri “archistar”

Scopriamo qualcosa di più sui principali architetti del nuovo progetto #DGEVOLUTION

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aprile 2017

Tempo di lettura: 0 min

Forti della propria esperienza nel settore del lusso, Eric Carlson e il suo studio parigino di architettura CARBONDALE sono stati coinvolti nella realizzazione di tre progetti, Venezia, Montecarlo e Pechino, infondendo nell’identità di ciascun luogo il carattere unico del marchio Dolce&Gabbana.

 

Rinomato per il processo di progettazione basato sulla strategia e l’approfondita attività di ricerca, CARBONDALE ha stilato una “bibbia” di 600 pagine che spiega come una profonda conoscenza del cliente e del contesto costituiscano un patrimonio ricco e autentico su cui fondare il processo creativo e allo stesso tempo assicurino la credibilità e la qualità del progetto finale; questo impegno per l’“eccezionalità” è ciò che rende speciale una collaborazione con Carbondale.

Qual è la politica progettuale del vostro studio?

 

In tutti i nostri progetti siamo alla ricerca dell’“eccezionalità”, che inizia e finisce con la QUALITÀ, la qualità dei materiali e la qualità dei dettagli ma anche la qualità delle idee, della riflessione e del servizio.

Come descriverebbe il suo stile distintivo?
Che cosa la contraddistingue da altri architetti con uno stile simile?

 

C’è una scelta fondamentale che si deve compiere quando si realizzano progetti architettonici, il progetto deve esprimere l’identità del cliente o del marchio o deve esprimere lo stile personale dell’architetto? La maggior parte degli architetti sceglie di ammantare tutti i progetti del loro stile. In CARBONDALE siamo specializzati nell’“architettura di lusso”. Questo significa che personalizziamo ogni progetto in modo che corrisponda alle caratteristiche esclusive di ciascuno dei nostri clienti e non ripetiamo mai un linguaggio formale o applichiamo uno stile predefinito a nessun progetto. Non seguiamo uno stile, lo imponiamo.

 Come avete strutturato l’approccio al progetto delle nuove boutique?

 

In oltre 25 anni di architettura di lusso e progetti realizzati ovunque nel mondo abbiamo sviluppato un approccio unico che parte da una lunga fase di ricerca, analisi e strategia. Questa fase ci permette di mettere a punto una strategia architettonica a partire da una profonda comprensione di tutti gli aspetti del marchio, delle diverse località in cui si trovano i negozi e delle loro culture. Per Dolce&Gabbana abbiamo interpellato il cliente, più di quaranta esponenti dell’azienda, visitato e documentato le città dei 3 flagship store, Pechino, Venezia e Monte Carlo e altri luoghi imprescindibili della Sicilia.

Che sensazione ha provato nell’intraprendere questo nuovo percorso internazionale che Dolce&Gabbana hanno avviato?

 

Il fatto che Dolce&Gabbana abbia deciso di progettare in ogni parte del mondo boutique che siano del tutto uniche dentro e fuori non è solo rivoluzionario, è anche il futuro del lusso. È una strategia audace che è perfettamente in linea con la nostra esperienza in CARBONDALE di realizzazione di progetti assolutamente “su misura”. È un momento entusiasmante e mi fa piacere poterne fare parte.

Come ha trovato l’equilibrio tra creare qualcosa di nuovo per il marchio e mantenere il legame con le radici della sua identità?

 

Non c’è conflitto tra identità e creatività. Non cerco di ridurre l’identità o la personalità di un marchio a una singola essenza distillata. Per me è l’esatto opposto. Mi sforzo di capire la molteplicità di caratteristiche che definisce ciascuno dei nostri clienti e di utilizzare questi attributi distintivi per fare qualcosa di nuovo e qualcosa che sia assolutamente loro. Per quanto riguarda l’identità e la creatività, ho scoperto che Dolce&Gabbana è una miniera inesauribile.

Che cos’è il lusso per lei?

 

Penso che il “lusso” sia personalizzazione. Nel mio lavoro significa creare una risonanza e dei legami con gli individui costruendo edifici, spazi ed esperienze che sono esclusivamente loro … dove si assumono la responsabilità emozionale del design e si domandano come hanno potuto vivere senza prima d’ora.

 Ha un legame speciale con il luogo in cui sorgono i nuovi negozi?

 

Il nostro approccio per collegare ognuno dei tre negozi varia in base alle caratteristiche esclusive che ogni località ha in comune con Dolce&Gabbana.

 

Per Venezia, città di cultura e di turismo, abbiamo creato una meravigliosa destinazione storica riportando allo stato originario la facciata e quattro sale straordinarie. In netto contrasto, gli spazi non storici sono trattati in modo contemporaneo con tradizionali materiali artigianali veneziani come il vetro e i mosaici di pietra, finiture in vetro di Murano, tessuti in seta damascata e marmi italiani.

 

Per Pechino, i colori e i materiali tradizionali cinesi si fondono con l’opera italiana per suscitare un senso teatrale di drammaticità e scoperta. Una facciata in pietra con una monumentale tenda drappeggiata seguita da strati di spazi definiti con legni scuri e marmo conducono i visitatori a una sala VIP rivestita di porcellana ispirata alle ceramiche della dinastia Ming.

 

Per Montecarlo, la cultura del glamour, il lusso e il jet-set si manifestano su tre livelli, ognuno con una diversa configurazione speciale. Il piano inferiore con un ingresso riservato per i VIP ricorda la canna della pistola di James Bond con un lungo spazio lineare rivestito da una spirale di marmo nero e quarzite rosa su pareti, pavimento e soffitto. Gli ampi piani centrali e superiori hanno pavimenti in marmo nero con il soffitto interamente composto di faccette a specchio punteggiate da isole di quarzite rosa per definire le varie aree dei prodotti.

 

 

È in arrivo la nostra terza intervista! Il prossimo è Julien Rousseau di Fresh Architectures.