Per Dolce&Gabbana, l’Italia rappresenta un amore senza eguali. Domenico Dolce e Stefano Gabbana si sono impegnati sin dai loro esordi nel preservare le tradizioni sartoriali, nel nutrire un orgoglio profondo per i valori della cultura italiana e nel dedicare attenzione meticolosa all’arte del lavoro fatto a mano. Essi abbracciano un mondo che è permeato di tradizioni, maestria artigianale, cultura e spirito mediterraneo. Da questa dedizione è emerso il successo del progetto delle Botteghe di Mestiere, concepito nel 2012 presso la sede di Legnano del brand. L’obiettivo di questo progetto formativo è valorizzare l’artigianato italiano e trasmettere le fondamenta dell’arte sartoriale alle nuove generazioni.
Vorremmo che si attivassero ovunque questi circoli virtuosi tra knowhow artigianale e creatività contemporanea, tra formazione e opportunità di lavoro. Dobbiamo impegnarci tutti, nella moda, per non disperdere il patrimonio del fatto a mano che solo in Italia è così ampio e prezioso».
Domenico Dolce e Stefano Gabbana
Amore per il fatto a mano
La cura meticolosa per i dettagli, il desiderio di preservare il talento dei sarti, dei ricamatori e dei tessitori, insieme alla valorizzazione del lavoro artigianale fatto a mano, hanno spinto Domenico Dolce e Stefano Gabbana a creare i laboratori delle Botteghe di Mestiere, con l’obiettivo di formare le nuove generazioni di artigiani.
Il progetto nasce nel 2012 a Legnano, per poi estendersi nelle sedi di Vaprio D’Adda, Sarmeola di Rubano e nel 2018 a Lonate Pozzolo. “La Bottega” fu proprio il luogo in cui Domenico Dolce, all’età di sei anni, imparò il mestiere del sarto.
L’obiettivo di Botteghe di Mestiere è quello di trasmettere ai giovani le basi per la sartoria attraverso le lavorazioni di una volta, le nozioni di modellistica, le tecniche di ricamo, taglio e stiro, prendendo ispirazione dalle bellezze italiane: dai paesaggi da cartolina di Portofino e Capri, passando per Roma, al pizzo nero e le maioliche della Sicilia.
La messa in prova. Il mezzo punto. L’intelare. Ago e Filo. Il taglio. È un mestiere antico, la sartoria. Fatto con le mani. Toccare, cucire, tagliare. Ascoltare e guardare, soprattutto. Si impara solo così.”
Domenico Dolce
È un mestiere antico, la sartoria
Nelle Botteghe di Mestiere c’è solo una regola: gli insegnanti devono essere dipendenti di Dolce&Gabbana e la formazione deve essere nelle mani del personale interno alle sartorie. Per ogni sede, viene individuata una “maestra sarta”, che si impegna a spiegare le tecniche più avanzate della sartoria, tramandando con passione il mestiere e l’arte del taglio, del ricamo e dello stiro ai giovani che vogliono mantenere viva questa tradizione.
Alla fine del corso, circa il 60% degli studenti inizia a lavorare in azienda. Questo consente al brand di assumere professionisti del ricamo e del cucito tramandando il proprio metodo di lavoro e le proprie tradizioni. Nuove generazioni, Made in Italy e contributo alle comunità: sono questi i veri valori del progetto formativo.
“Formare giovani vuole dire offrire opportunità, e nei giovani abbiamo sempre creduto, nei giovani crediamo: hanno solo bisogno d’imparare e di dimostrare quanto valgono”.
Domenico Dolce e Stefano Gabbana
Botteghe di Mestiere: il processo di selezione
Il processo di selezione per intraprendere l’arte della sartoria nelle Bottege di Mestiere avviene o attraverso una ricerca nelle principali scuole di moda (ACOF Olga Fiorini, AFOL Moda, Istituto Burgo, Istituto Marangoni, Polimoda, IED Istituto Europeo di Design e Koefia) o tramite candidatura spontanea dal sito Dolce&Gabbana. I profili selezionati sono junior, di ragazzi e ragazze tra i 20 e i 27 che hanno già frequentato una scuola di moda, per garantire una formazione completa alla fine degli studi. Iniziare questo percorso formativo vuol dire avere la possibilità di salvaguardare un’arte antica, difendendo il patrimonio italiano del fatto a mano.
“Se ami il tuo mestiere, ami fare il sarto – che non è un mestiere al tramonto, non credete a chi ve lo dice, è vero il contrario – e non è questione dei minuti che ci metti a fare una giacca. È questione di quanto ami il tuo lavoro. Di quanto ne sei fiero, alla fine, della cosa che hai fatto con le tue mani”.
Domenico Dolce