Dalla volontà di Domenico Dolce e Stefano Gabbana di supportare i giovani designer e metterli a contatto con le bellezze dell’Italia, arriva la seconda edizione di Gen D – Generazione Designer. Undici designer under 40, selezionati da Federica Sala, provenienti da diversi paesi celebreranno a Milano, in via Broggi 19, la diversità culturale attraverso il linguaggio universale del design, e creando un mosaico vibrante di stili e prospettive che attraversa continenti e tradizioni.
10 Progetti. 11 Designer.
La designer sudafricana Thabisa Mjo e il designer cinese Mingyu Xu, con le rispettive opere Wonderland e Dynamic Tension sono capaci di fondere le loro origini culturali con l’arte artigianale italiana, creando ponti che superano le frontiere geografiche. Il designer messicano Mestiz, con Mare Nostrum Fantasia cattura i colori e l’essenza dell’anima messicana.
Thabisa Mjo
Mingyu Xu
Mestiz
La designer cinese Jie Wu con A Journey reinterpreta con maestria le tradizioni della sua terra natale, con l’obiettivo di trasmettere felicità attraverso colori, texture, forme e storie. Il sudcoreano Byungsub Kim, invece, con Ceramic Nacre rivista la tradizionale ebanisteria in madreperla del suo paese.
Jie Wu
Byungsub Kim
Il designer austriaco Lauris Gallée, con l’opera Arcadia e la sua vena d’ironia, offre una nuova interpretazione della lavorazione del legno, mentre il duo di artisti Touche-Touche, Carolin Giezner e Théo Demans, presenta Me Terre Or, un progetto sperimentale che sfida le convenzioni e creano nuovi spazi di interazione tra individui.
Hannah Lim, designer di origini britanniche e singaporiane invece, trova ispirazione nella sua duplice eredità culturale creando Chest of Flames, un’opera che fonde elementi del Regno Unito e Singapore in un mix unico di stili e influenze.
Lauris Gallée
Touche-Touche
Hannah Lim
Ella Bulley, designer ghanese con sede a Londra e ad Accra, con l’opera Amlima Nu Wɔ Fɛ (My Magical Home), riflette sulla connessione spirituale con il paesaggio ghanese attraverso la fusione di elementi naturali che entrano in contatto tra loro.
I materiali, purché recuperati, sono anche il cardine su cui si basa la ricerca progettuale del designer torinese Riccardo Cenedella, visibile nell’opera Whatever is at hand.
Ella Bulley
Riccardo Cenedella
Anche quest’anno, i designer hanno avuto l’opportunità di apprendere e cimentarsi nelle antiche tecniche artigianali italiane, scoprendo i segreti che rendono unica l’arte Made in Italy. Un percorso ricco di scambi culturali e di ispirazioni, che ha portato alla realizzazione di opere straordinarie, capaci di trasmettere l’essenza stessa del design, unendo energia, maestria artigianale e innovazione.