La processione del Venerdì Santo a Procida 

Alla scoperta di un'antica tradizione 

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maggio 2016

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L’originale spettacolo della Processione del Venerdì Santo a Procida fa da sfondo all’ultima interpretazione dello spirito Dolce&Gabbana, proposta dal cineasta napoletano Pepe Russo; andiamo alla scoperta di quest’antico rito pasquale.

 

Le tradizioni culturali dell’Italia sono spesso espressione dell’esclusivo rapporto tra la cultura cattolica e il suo passato pagano. A Pasqua, per esempio, in particolare le processioni del Venerdì Santo che rievocano gli ultimi giorni di Gesù invadono le strade con tutta la loro brutalità e violenza. Delle molte processioni festive nel Golfo di Napoli, quella del Venerdì Santo a Procida è una delle più famose e affascinanti. 

 

La processione è una tradizione iniziata dalla Confraternita dei Turchini, o dell’Immacolata Concezione, che è stata fondata nel 1629 dall’ordine dei Gesuiti. Iniziata come corteo penitenziale, oggi è incentrata sui “misteri”, carri allegorici che ritraggono scene del Vecchio e Nuovo Testamento.

 

La progettazione dei misteri inizia poco dopo le feste di Natale: comunità cittadini, scuole e associazioni si riuniscono per decidere il soggetto di ogni carro e cominciare a costruirlo. Realizzati con materiali poveri come legno, cartapesta, vetro o ferro, i misteri vengono creati ex novo ogni anno in numero di 40-60. Recentemente anche temi contemporanei sono diventati soggetti dei carri.

 

Il percorso della processione è rimasto lo stesso per secoli e tutti i venerdì di Pasqua, intorno alle 7 del mattino, i Turchini e gli abitanti dell’isola di Procida iniziano il loro tragitto dal centro antico della cittadina, Terra Murata in direzione di Marina Grande. La processione inizia al suono delle trombe, i musicisti vengono poi raggiunti da uomini con bandiere che rappresentano le varie confraternite religiose, i cui passi sono scanditi dal ritmo dei tamburi. Seguono i misteri (trasportati da coloro che hanno contribuito a costruirli), le ragazze con i fiori, e poi i neonati vestiti di nero – angioletti portati in braccio dai padri – accompagnati dalla statua della Madonna dolente e infine dalla statua del “Cristo morto”. La statua del Cristo è stata scolpita da Carmine Lantricene (1728) e conclude in modo commovente la processione.

 

Soggetto, fotografia e regia: Pepe Russo
Riprese: Diego Perrini
Montaggio e editing: Diego Perrini e Pepe Russo
Attore: Tommaso Ciniglio
Assistenti: Serena Caropreso, Giuliana Grose
Abiti: Dolce&Gabbana
Un ringraziamento particolare alla popolazione dell’isola di Procida.
Le foto sono di Pepe Russo